Alla scoperta del jazz di Salvador Sobral

Sorrento (NA) All’interno della cattedrale dei Santi Filippo e Giacomo di Sorrento, per la X Edizione della rassegna Suoni DiVini con la direzione artistica di Mario Mormone, si è esibito il cantante portoghese Savador Sobral, vincitore dell'Eurovision Song Contest 2017 con la canzone Amar pelos dois (dal portoghese: Amare per entrambi) scritta e prodotta da Luísa Sobral, sorella dell'interprete. Con il cantante portoghese c’erano i musicisti Max Agnas (piano), André Rosinha (cotrabasso) Bruno Pedroso (alla batteria e André Santos alla chitarra. So­bral ha con­qui­sta­to il pub­bli­co sorrentino proponendo il meglio del suo re­per­to­rio che spa­zia dalla mu­si­ca po­po­la­re, a quella folk e all’elet­troa­cu­sti­ca. Durante le esibizioni come un attore consumato abituato al teatro brechtiano abbatte la quarta parete, lascia l’altare/palco e cammina tra le navate, canta, recita. Quello che Salvador Sobral è un canto jazz unico che appartiene solo a lui e alla sua storia. C’è nella sua poetica il Fado di una regina come Amalia Rodríguez, il jazz di Chet Baker e Billie Holiday e poi l’estro del poeta belga Jacques Brel. “Amar pelos dois” cantato da Sobral sull’altare della Cattedrale di Sorrento ha la bellezza della lettura del Cantico dei Cantici, lo stesso effetto ottengono brani come “Sangue de meu sangue” e “Paint the town”, ma uno degli applausi più sentiti dal pubblico sorrentino Sobral lo strappa quando durante il bis, che ha concesso “solo piano”  ha interpretato un Oje Marí, oje Marí (Vincenzo Russo, 1876) magistrale, la sua voce si sposa magnificamente alla melodia napoletana e ieri ha dimostrato al microfono della cattedrale che nel curriculum tra le tante lingue che parla può inserire anche il napoletano. 

di Luigi De Rosa

Salvador Sobral al piano nella Cattedrale di Sorrento